Le operazioni anti-ISIS dell'esercito iracheno a Tikrit si sono fermate. Perchè?

Quando sembrava ormai imminente la liberazione della città di Tikrit, a nord di Baghdad, dalla presenza dei terroristi dell'ISIS, l'esercito iracheno ha improvvisamente deciso di fermare le operazioni, lasciando la città roccaforte della ribellione antigovernativa in mano al terrore islamista salafita. Perché?
 
La risposta è contenuta in un articolo di un sito iracheno - http://dailyiraq.com/index.php/2014-10-15-00-35-26/145-2015-03-15-23-28-14 - riportato da una pagina facebook iraniana - https://www.facebook.com/persiangulfstudies/photos/a.356921634344308.42613.260085514027921/598971146806021/?type=1&theater - il 22 marzo 2015. Di seguito la traduzione dal persiano all'italiano (riassunto).
 
 
Quando si era molto vicini alla liberazione di Tikrit, segnando una svolta nella guerra all'ISIS in Iraq, le truppe governative hanno deciso di fermare l'offensiva.
 
I paesi arabi del Golfo Persico e alcune parti sunnite nel governo iracheno hanno detto che le operazioni dovevano fermarsi, a Tikrit e nelle zone limitrofe.
 
Il vice del Segretario di Stato americano si è recato in Iraq per dire alle autorità governative di fermarsi e di non proseguire con le operazioni.
 
Per cui le truppe irachene hanno iniziato a indietreggiare e hanno dato l'opportunità ai miliziani dell'ISIS di recuperare le posizioni.
 
Il governo di Abh Dhabi poi ha espulso molti libanesi sciiti dal proprio territorio e ha minacciato che in caso di liberazione di Tikrit vi sarebbero state ulteriori azioni di rappresaglia contro cittadini sciiti di altri paesi residenti nell'Emirato.
 
Anche il centro teologico sunnita egiziano di Al Azhar ha preso posizione intimando la fine delle operazioni anti-ISIS a Tikrit, dicendo che la conquista della città da parte dell'esercito iracheno e delle milizie sciite avrebbe portato alla pulizia etnica dei sunniti. Con tale gesto Al Azhar di fatto ha protetto la presenza dell'ISIS a Tikrit, dimostrando che per loro è preferibile una Tikrit in mano all'Islam salafita che non alle forze del governo di Baghdad.
 
I politici iracheni vicini ai sunniti hanno protestato per la presenza iraniana nelle operazioni anti-ISIS in Iraq e alcuni sono andati a Tikrit per unirsi all'ISIS contro le truppe governative.
 
Inoltre i paesi arabi del Golfo Persico, la Giordania e l'Egitto hanno chiesto agli USA di inserire nelle trattative sul nucleare con l'Iran anche la questione della guerra contro l'ISIS a Tikrit.
 
Tutti questi motivi hanno indotto gli iracheni a desistere e a ritirarsi dalla città di Tikrit, cedendo alle pressioni internazionali di fatto a sostegno della presenza jihadista nella città irachena.
 


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