Difendere lo Yemen, i "luoghi sacri" o Al Saud?

 
 
Ali Reza Jalali
 
 
Cari lettori del blog, come ben sapete da qualche giorno è in atto un attacco contro lo Yemen da parte di una coalizione di paesi arabi, guidati dall'Arabia e dall'Egitto, per ristabilire il dominio sulla capitale del paese sotto attacco, San'a, del presidente Hadi, fuggito dalla capitale qualche tempo fa, dopo che i ribelli vicini alla popolazione zaydita - ramo dello sciismo - ma sostenuti anche da una parte delle forze armate dello Yemen e dall' ex presidente Saleh, avevano conquistato manu militari il potere, evento condannato dal CSNU.
 
La fuga di Hadi nel sud del paese, e poi, l'avanzata verso sud del fronte anti-Hadi, comprendente le milizie zaydite e una parte importante dell'esercito yemenita, sono la base e la motivazione per l'intervento militare della coalizione panaraba in Yemen.
 
A oggi partecipano attivamente alla coalizione paesi come l'Egitto, l'Arabia, il Sudan, e fuori dal mondo arabo, il Pakistan. Hanno espresso solidarietà all'azione militare per ripristinare il governo di Hadi, riconosciuto dall'ONU, dai paesi occidentali e dalla maggioranza dei paesi musulmani, paesi come la Turchia e l'Afghanistan. Inoltre, molti gruppi politici dell'islamismo come Hamas e i Fratelli Musulmani sostengono l'iniziativa.
 
Si sono detti contrari all'azione armata panaraba paesi come l'Algeria, la Tunisia, l'Iran, la Siria e l'Iraq. La Russia ha espresso preoccupazione per l'escalation delle violenze e ha invitato le parti a fermare le ostilità.
 
Senza entrare nel merito della vicenda, che richiederebbe una trattazione dettagliata, non adatta all'impostazione di un blog, alcuni analisti hanno interpretato questo conflitto come un nuovo scontro tra sunniti e sciiti o tra arabi e persiani. Altri hanno interpretato i fatti come una guerra di una parte del mondo arabo-sunnita contro l'espansionismo iraniano-sciita nella regione.
 
Di seguito mi limito a riportare la traduzione (sintesi) di un documento ufficiale emanato recentemente dal governo afghano in merito alla vicenda.
 
"Comunicato del Governo della Repubblica Islamica dell'Afghanistan in merito agli eventi regionali
 
Il Governo della R. I. dell'Afghanistan, visti gli esiti delle consultazioni con i sapienti religiosi, coi leader politici e militari del paese, e viste le riunioni del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, sottolinea all'unanimità la necessità del mantenimento della pace e della fratellanza tra i popoli musulmani, in particolare per le vicende dello Yemen. In base a questo tipo di approccio, si esprimono i seguenti punti:
 
1 - Il popolo e il governo musulmano dell'Afghanistan hanno una relazione speciale con l'Arabia Saudita, e riteniamo che la difesa del sacro suolo dell'Arabia, la culla dei luoghi sacri, sia un dovere per ogni musulmano. Quindi, in caso di ogni necessità, ci schieriamo al fianco del popolo e del governo fratello dell'Arabia, contro ogni minaccia ai luoghi sacri dell'Islam.
 
 
2 - Il Governo afghano sostiene il principio democratico e la legalità in Yemen, per cui il sostegno al legittimo governo yemenita è totale.
 
 
3- Avendo conosciuto la guerra per un lungo periodo, l'Afghanistan comprende quali siano i problemi derivanti da tale evento nefasto, per cui, insieme a tutti i paesi musulmani e ai loro leader, chiede la cessazione delle ostilità e il ripristino del dialogo, per mezzo dell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica e dell'ONU."
 
 
Tralasciando i motivi che hanno portato alla situazione attuale, che necessitano di una ampia esposizione, mi limito solo a sottolineare un punto importante. Cosi come emerge dal comunicato del governo di Kabul, la guerra in Yemen a oggi è una sorta di guerra preventiva del mondo arabo conservatore per evitare che la crisi yemenita dilaghi in altri paesi della regione, principalmente in Arabia. Ecco il perché dei continui richiami alla difesa dei "luoghi sacri" dell'Islam (evidentemente questione che non si lega per nulla agli avvenimenti in Yemen). L'idea che si vuole trasmettere è che se non si fermano gli eretici zayditi in Yemen, essi potrebbero un domani portare un attacco ai luoghi sacri dell'Islam ortodosso. La questione politica che si cela dietro tale fatto religioso, è proprio la stabilità del regime saudita. Questa è una guerra della famiglia Al Saud e dei suoi alleati regionali, così come di una parte consistente del mondo arabo-islamico, contro la prospettiva di un eccessivo sbilanciamento degli equilibri regionali a favore della componente a guida iraniana. Non è un caso che siano stati i paesi vicini all'Iran, come Iraq e Siria, i primi a condannare in Medio Oriente l'attacco allo Yemen.    

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