Distrutte le barche, meno arrivi dalla Libia

 

   
 

 
 
 
 
 
 
 
G. Ruotolo
Il flusso dei migranti dalla Libia si è improvvisamente interrotto. Sembra che un incantesimo abbia stregato il Canale di Sicilia. Da alcuni giorni i radar non segnalano barconi in arrivo, né i satellitari chiamano la sala emergenza delle Capitanerie di porto per segnalare imbarcazioni in difficoltà.  
 
È vero che ieri sera dai radar sono arrivate conferme di nuovi «bersagli», imbarcazioni, con circa 700 migranti da recuperare. Giungeranno fra un paio di giorni. Ma nessuno si aspettava una tregua così lunga. E il confronto con l’anno scorso si è rovesciato: da quasi 7000 migranti in più arrivati rispetto all’anno scorso a un sostanziale pareggio. 
 
Sostanziale pareggio  
 
Insomma, i numeri del 2014 e del 2015 sono diventati gli stessi. Anche se il confronto va fatto a fine trimestre e, in ogni caso, se anche quest’anno dovessero confermarsi i 170.000 arrivi dell’anno scorso, non potremmo certo ritenerci soddisfatti. Finora le previsioni stimano che il 2015 potrebbe chiudersi con 200.000 arrivi. 
 
Ma le previsioni non tengono conto del rallentamento delle prime tre settimane di giugno. E non solo per le condizioni del mare, per il forte maestrale, per un complicato controllo del territorio, tra milizie, islamisti, clan, ma anche perché probabilmente cominciano a scarseggiare barche e barconi a disposizione delle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di merce umana. 
 
Le intercettazioni in mare e il fatto che la nostra Marina ora brucia quelli catturati ha ridotto il parco a disposizione. Con il recupero dei migranti quasi a ridosso delle acque territoriali libiche, i natanti vengono sequestrati, distrutti, lasciati alla deriva. Dal primo gennaio a oggi, ne sono stati segnalati 421: di questi ben 328 sono stati lasciati andare alla deriva, 30 sequestrati, 39 affondati. In realtà, 211 gommoni, spesso con i tubolari sgonfi e quindi destinati ad affondare, sono stati abbandonati. Come lo sono stati 114 barconi, 2 pescherecci e una barca da diporto. 
 
Nonostante il buon tempo  
 
Li chiamiamo gommoni ma non hanno nulla a che vedere con i modelli tipo Zodiac. Si tratta di due tubolari di gomma lunghi diversi metri, con un motore in grado di navigare alcune miglia. In queste settimane ne sono stati affondati 23 e sequestrati 10. E neutralizzare il naviglio dei trafficanti si sta dimostrando il più efficace strumento di contrasto ai clan. 
 
È la linea passata anche nell’Unione europea, che lunedì darà il semaforo verde alla missione navale contro il traffico di migranti. Distruggere i natanti, ma anche sequestrare il «corpo del reato» sono tra gli obiettivi.  
 
La missione EuNavFor prevede tre fasi. La prima, che partirà lunedì, opererà in acque internazionali e prevede la raccolta di informazioni con satelliti droni, agenti sul campo e intercettazioni. La «fase due» prevederà la «neutralizzazione» dei barconi in acque internazionali. La «fase tre» opererà anche nelle acque territoriali della Libia, e con azioni sulla costa. Ma ha bisogno del via libera dell’Onu. 
 
 

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