L'Iran investirà 185 miliardi in progetti oil&gas, Saipem tra i maggiori beneficiari

di Francesca Gerosa



L'Iran investirà 185 miliardi in progetti oil&gas, Saipem tra i maggiori beneficiari

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L'Iran punta a investire 185 miliardi di dollari in progetti oil&gas. Secondo quanto riportato da Reuters, l'Iran ha in programma di investire circa ben 185 miliardi di dollari in 50 progetti oil&gas entro il 2020, di cui 2 miliardi di dollari sono già stati approvati per anonime società europee nelle ultime due settimane.

L'Iran ha la quarta più grande riserva di greggio del mondo e la seconda più grande riserva di gas naturale del mondo. Il prezzo breakeven della riserva del Paese è stimato tra 20 dollari/bbl e 30 dollari/bbl. A seguito dell'accordo raggiunto sul nucleare, che ancora deve ottenere l'approvazione da parte del Congresso degli Stati Uniti, il ministro iraniano dell'Industria, Mohammad Reza Nematzadeh, ha appunto annunciato che il Paese ha come obiettivo quasi 50 progetti oil&gas entro il 2020, per un valore di 185 miliardi di dollari, al fine di esportare in Europa. 

L'Iran sta anche cambiando il suo metodo di lavoro: "siamo alla ricerca di un commercio a due vie: cooperazione per lo sviluppo, progettazione e ingegneria...Non siamo più interessati a un'importazione unidirezionale di beni e macchinari dall'Europa", ha aggiunto il ministro, sempre secondo quanto riportato da Reuters.

Anche se le sanzioni sono difficilmente eliminabili fino al prossimo anno, l'Iran è pronto a procedere su una serie di progetti non appena possibile. Il vice ministro dell'Economia del Paese ha aggiunto: "In un paio di settimane, abbiamo approvato oltre 2 miliardi di dollari di progetti in Iran da parte di imprese europee", senza citare le imprese o fornire ulteriori dettagli.

Ma quali aziende beneficeranno dell'Iran? Se lo domandano gli analisti di Kepler Cheuvreux in una nota di oggi in cui sottolineano che le compagnie europee di servizi petroliferi, insieme ad alcune società asiatiche, dovrebbero in gran parte beneficiare di questo maxi investimento da 185 miliardi di dollari mentre, a loro dire, i player americani potrebbero trovarsi ad affrontare maggiori vincoli politici per investire in Iran. 

In particolare, le aziende che vantano capacità onshore EPCI (Engineering , Procurement, Construction, Installation) saranno le maggiori beneficiarie dei piani dell'Iran per sviluppare le sue riserve. Prima delle sanzioni, Technip, Saipem  e Fugro sono state coinvolte nei programmi del Paese "e pensiamo che questi gruppi possano fare offerte per alcuni di questi progetti nei prossimi due anni".

Più nel dettaglio, Saipem  ha realizzato importanti progetti in Iran, in passato, compresa la costruzione delle raffinerie Shiraz e Tabriz, l'oleodotto Marun-Esfahan e il sistema di pompaggio del gasdotto Marun-Esfahan-Rey. Saipem  è stata anche coinvolta nella costruzione della sezione I e II del gasdotto IGAT II (da Khangan a Esfahan), del gasdotto Gurreh-Taheri e di sei impianti di compressione di gas naturale. 

In tutto, Saipem  ha realizzato contratti per diversi miliardi di euro in Iran prima delle sanzioni. Saipem  non è attualmente operativa nel Paese ma ha tenuto un ufficio con un funzionario durante le sanzioni. "Pensiamo che Saipem  considererà l'Iran un'area molto interessante e cercherà di competere in molte gare, potendo contare sulla lunga storia nel Paese", indicano gli analisti di Kepler Cheuvreux che sul titolo Saipem  hanno un rating hold e un target price a 10,3 euro.

Tenaris  "potrebbe anche riprendere la consegna di tubi alle aziende dello Stato iraniano". In realtà Tenaris  ha venduto una quantità insignificante di prodotti in Iran nel 2007-2011, rappresentavano meno dell'1% delle sue vendite medie nel periodo. La concorrenza in Iran sarà probabilmente feroce per le soluzioni tubolari per i prossimi anni (come nella regione dell'intero Medio Oriente) e i benefici per Tenaris  sono incerti. I player cinesi e coreani metteranno, infatti, una forte pressione sui prezzi. Kepler Cheuvreux non copre Tenaris  con un rating.

Invece Tecnimont, ora incorporata in Maire , ha lavorato in Iran nel corso degli anni 1970 e 1980, principalmente per la realizzazione di impianti petrolchimici. Più di recente, nel 2009Maire Tecnimont  ha annunciato di aver firmato una lettera di intenti con la National Iranian Oil Company (NIOC) relativa a un contratto da 200 milioni di euro per la realizzazione di un impianto di trattamento del gas a Tombak, opera che è stata poi fermata. 

A marzo di quest'anno, ci sono state notizie di stampa circa una visita dell'ad di Maire Tecnimont  in Iran e di contatti preliminari con l'iraniana National Petrochemical Company per la realizzazione di uno stabilimento da 200.000 tonnellate annue di ABS (acrilonitrile-butadiene-Stirene) a Asaluyeh. "Riteniamo che le opportunità di Maire Tecnimont  in Iran siano significative, soprattutto per il trattamento del gas e gli impianti per fertilizzanti e petrolchimici", precisano gli analisti di Kepler Cheuvreux che hanno messo in revisione il rating e il target price su Maire Tecnimont .

"Altri potenziali offerenti europei sono Aker Solutions, Wood Group e Amec", ipotizzano gli analisti della banca d'affari. Al contrario, "pensiamo che le aziende offshore come Subsea 7 e Sbm Offshore avranno solo limitate opportunità nel mercato iraniano e che questo sarà anche il caso di alcune società di esplorazione, mentre Tecnicas Reunidas non ha mai avuto una presenza in Iran ed è improbabile che sia interessata a questa regione", precisano gli analisti di Kepler Cheuvreux.

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