L'Iran verso la ratifica dell'Accordo di Vienna

نقوی حسینی
Naghavi Hosseini, Portavoce della commissione speciale parlamentare sull'Accordo di Vienna
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
In base a quanto riferisce il sito Mehr News, vicino alla maggioranza parlamentare iraniana (conservatori moderati guidati da Larijani, speaker dell'assemblea legislativa), la commissione speciale parlamentare adibita a discutere il testo dell'Accordo di Vienna tra l'Iran e il 5+1 (più l'UE), avrebbe dato il suo assenso "condizionato" al trattato siglato tra le parti.
 
In questo modo la prossima settimana la commissione dovrebbe redigere una relazione e presentarla al Parlamento, affinché avvenga la ratifica definitiva in aula, cosa che a questo punto sembra scontata.
 
Dopo che l'Accordo di fatto ha trovato uno sbocco positivo negli USA, ora anche l'Iran nelle prossime settimane si appresta ad avvallare definitivamente l'intesa, rendendola vincolante per la Repubblica Islamica.
 
Il portavoce della commissione parlamentare che ha dato l'assenso all'Accordo, ha parlato di una conferma "condizionata", dicendo che in ogni caso il punto di riferimento per lo sviluppo della vicenda sarà la Guida, ma è bene ricordare che, da quanto è emerso anche dalle opinioni degli esperti, l'Accordo di Vienna non è da intendere come un trattato multilaterale, ma come un trattato bilaterale tra gli iraniani e il 5+1 (più l'UE), per cui dal punto di vista del diritto internazionale non ha senso parlare di assenso "condizionato"; col voto del Parlamento TUTTO il testo dell'Accordo di Vienna diverrà vincolante, e l'assenso "condizionato" sembra essere solo un linguaggio politico contorto per dire che il Parlamento opera sotto la supervisione della Guida.
 
Anche se è bene ricordare come la Guida stessa recentemente abbia fatto capire di non essere d'accordo con alcuni punti dell'Accordo, ma di non avere posto dei veti per via delle pressioni che gli sono giunte da più parti e per alcune rassicurazioni che ha detto di avere ricevuto da alcuni politici iraniani nel governo.
 
Uno dei punti più controversi dell'Accordo infatti, oltre al drastico ridimensionamento del programma nucleare dell'Iran, cosa che a dire il vero è stata intrapresa già dall'autunno del 2013 coi primi contatti tra l'Iran e il 5+1 dopo la salita al potere di Rohani, è la possibili intrusione degli agenti della AIEA nei siti militari iraniani.

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