“I sauditi lavorano per i nemici dell’Islam”. Intervista ad Hassan Azghadi

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Iran Azghadi
Il professore Hassan Rahimpour Azghadi
Milano, 13 ott – Nella serata di ieri si è tenuta presso l’Associazione Islamica degli Studenti di Milano una lectio magistralis sul tema del rapporto tra Islam e Cristianesimo lungo la storia.
Relatore unico il professore Hassan Rahimpour Azghadi, docente universitario e membro del Supremo Consiglio per la Rivoluzione Culturale della Repubblica Islamica dell’Iran.
Il Primato Nazionale lo ha intervistato in esclusiva.
Professore, lei ha parlato dei rapporti fra le diverse religioni. Quello che sta accadendo in Siria ha a che fare anche con uno scontro religioso?








La questione della Siria, quello che sta succedendo ora ed in generale in tutta l’area del Medio Oriente, non ha nulla a che vedere con la religione, non ha nulla di religioso: la religione è semplicemente una scusa banale, un terreno preparato di cui hanno approfittato e abusato coloro che volevano insinuare violenza nella zona.
Dopo quello che in Iran abbiamo chiamato “il risveglio islamico” che ha visto il crollo repentino di 4 regimi e che ha poi creato grossi problemi ad altri regimi della zona, per spostare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale, soprattutto in particolar modo quella della regione, si è cercato di spostare il fronte della guerra, che era rivolta contro i regimi della zona, a dei conflitti interni. Per esempio in Libia, dopo la caduta di Gheddafi, si è avuta una guerra etnica all’interno del paese, e si sta cercando di divederlo in 3 zone diverse. In Iraq si è dato il via ad un conflitto tra sunniti e sciiti, nello Yemen, dove non esisteva una grande diversità religiosa, si è cercato di approfittare del wahabismo e dei movimenti anti-wahabiti, per dare il via ad una guerra a cui stiamo assistendo. Dietro questo gioco ci sono le potenze occidentali ed anche i regimi corrotti e despoti della zona medio orientale. Questo perché la religione non può essere motivo di tutta questa violenza, perché queste popolazioni stanno vivendo da migliaia di anni in una convivenza pacifica.
Parlava di regimi corrotti e despoti del Medio Oriente, ad esempio?
Al primo posto c’è l’Arabia Saudita, poi altri…
Iran Azghadi
Riguardo alla situazione di instabilità che c’è nell’area, voluta dall’Arabia Saudita, e sapendo che a reggere i fili ci sono gli Stati Uniti, lei ha timori per l’Iran? In particolare teme che l’Arabia Saudita, forte del monopolio sul petrolio, ed essendo in grado di gestirne i prezzi, possa essere motivo di apprensione per il suo Paese nonostante la fine dell’embargo sul petrolio iraniano?

I sauditi farebbero meglio a guardare a sé stessi. L’Arabia Saudita sta rendendo servizio ai nemici del mondo musulmano: gli Stati Uniti ed Israele in particolare. Anzitutto tramite il monopolio del petrolio rende omaggio ai suoi padroni, America e Israele, e poi tramite il suo controllo sul centro della religione islamica, le due città sante Mecca e Medina, è riuscita a creare un modello fasullo dell’Islam, che è l’ideologia molto violenta e cruenta che si chiama wahabismo. Questo wahabismo ha impedito ai musulmani di unirsi, di mettere da parte le differenze che esistono tra sunniti e sciiti. Però questo monopolio del petrolio non può andare avanti fino all’eternità, perché anche i sauditi in questo momento stanno avendo grosse difficoltà economiche e finanziarie. Per quanto riguarda la loro ideologia bisogna dire che hanno perso tutta la stima che potevano avere nello scacchiere internazionale: prima forse si nascondevano dietro il mondo sunnita, dietro la tradizione del Profeta, ora però non possono più nascondersi e purtroppo chi paga il prezzo di questo gioco sporco sono i musulmani stessi che perdono ogni giorno la vita
Iran Azghadi
Qual è la sua opinione sul via libera dato dalla comunità internazionale all’utilizzo dell’energia nucleare a scopo pacifico nel suo Paese? Secondo lei è una vittoria iraniana oppure è il frutto di un compromesso tra le potenze che già possiedono il nucleare e l’Iran per cercare di utilizzare il suo Paese come calmiere dell’area del Golfo?

Non sono un esperto della questione nucleare, non mi occupo di questo argomento, per cui la mia interpretazione è quella di una persona qualsiasi. Si tratta di un accordo ambivalente perché da un lato certi diritti dell’Iran sono stati riconosciuti, dall’altro si vede che alcuni punti sono stati trascurati. Tant’è vero che le due parti, l’Iran e la controparte, hanno una interpretazione diversa di questo accordo che non è stato ancora messo in atto. Dobbiamo stare a vedere quale di queste due interpretazioni prevarrà alla fine. Il sommo leader della Repubblica Islamica ed il governo iraniano hanno ribadito diverse volte che le attività iraniane hanno da sempre avuto uno scopo pacifico, però per provare al mondo questa volontà dovevano dimostrarsi anche un po’ flessibili, cosa che hanno fatto durante questi negoziati. Ma l’Iran non dimenticherà mai i suoi diritti nucleari…
L’America che ha avuto e che ha ancora oggi le bombe atomiche e le ha anche utilizzate è diventata ad un certo punto il capo della “polizia antinucleare” e tutti i paesi che fanno parte del gruppo dei negoziatori, il 5+1 (USA, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania n.d.r.), hanno la bomba per cui non possono fungere da “polizia antinucleare”, perché non tutti i paesi possono avere l’energia nucleare. Noi non vogliamo propagare la cultura della bomba atomica, vogliamo semplicemente dire che questo è un nostro diritto a scopo pacifico e vogliamo perseguire questo nostro diritto.
Da ultimo, anche loro sanno che noi non stiamo cercando la fabbricazione della bomba atomica, la loro preoccupazione è che un Iran indipendente musulmano, sta ponendo fine al loro monopolio non solo in campo nucleare ma anche in altri ambiti scientifici, tant’è vero che i nostri scienziati stanno raggiungendo delle alte vette in quasi tutti i settori scientifici. Il discorso è semplice: vogliono avere solo loro la bomba atomica, vogliono avere il diritto al veto, vogliono essere i signori del mondo e non vogliono che nessun altro paese si intrometta in questo monopolio.

Paolo Mauri

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