Ci
sono molti modi di interpretare e comprendere ciò che accade nello
Yemen. Prima di tutto possiamo inserire questi eventi nel grande quadro
geopolitico. C’è una sorta di confronto tra una potenza terrestre e una
marittima, rappresentanti i due poli, due limiti, due confini del
conflitto. Da una parte ci sono gli Stati Uniti talassocratici che
cercano d’imporre la propria visione sul Rimland, la zona intermedia tra
mare e terra. E dall’altra c’è il polo Continentale rappresentato dalla
Russia. Così, il quadro principale di tutti i conflitti nella zona
intermedia (che si chiama il Rimland in geopolitica) è definito da
questa tensione globale tra le due grandi potenze. Così il Medio Oriente
è una sorta di spazio in cui due grandi civiltà si affrontano. Dopo
aver detto questo, dobbiamo definire con maggiore precisione gli attori
regionali. L’Arabia Saudita è un alleato degli Stati Uniti e si comporta
come loro emissario ed agente geopolitico. E’ chiaro che i sauditi
cercano di proteggere i propri interessi regionali strategici,
affermando il loro ruolo di primo piano nel mondo islamico, ma nel
quadro generale della geopolitica operano per conto degli Stati Uniti. È
lo Yemen? Lo Yemen è la zona del Rimland nel Rimland. Si tratta di una
frontiera o zona in cui gli interessi talassocratici globali affrontano
il polo tellurocratico. E chi è l’agente regionale della tellurocrazia?
Ora questo ruolo è svolto dall’Iran, che appartiene logicamente al
Rimland (così come l’Arabia Saudita), ma nella situazione concreta, la
strategia dell’Iran è tellurocratica, contro l’egemonia statunitense.
L’Iran è uno dei principali attori tellurocratici regionali che affronta
l’Arabia Saudita, e lo Yemen è la zona di confine, perché la
geopolitica non riconosce confini lineari, ma confini regionali.
Potremmo definirla frontiera, non confine nel senso di linea che separa
due Stati nazionali, ma come zona di confine, regione a sé stante. Lo
Yemen è precisamente la zona di conflitto tra due superpotenze
regionali. Entrambi in competizione per la primazia nel mondo islamico.
Ma ciò che è molto importante è che dietro l’Arabia Saudita,
direttamente e indirettamente, vi sono gli Stati Uniti. Ed è
interessante che, nella situazione concreta (soprattutto tenendo conto
delle operazioni in Siria) dietro l’Iran ci sia la Russia, la potenza
continentale tellurocratica eurasiatica. E lo Yemen è lo spazio in cui
la grande corsa geopolitica si decide. L’Arabia Saudita combatte contro
gli sciiti huthi, popolazione sciita orientata all’Iran, e attraverso
l’Iran al mondo sciita, e attraverso il mondo sciita, nella situazione
politica concreta, alla Russia. È una situazione simile a quella in
Crimea o Ucraina orientale dove ci sono forze e tendenze tellurocratiche
e forze e tendenze talassocratiche. Nel grande quadro, gli huthi
vogliono (e sono riusciti) a rovesciare il regime sunnita volto
all’Arabia Saudita, e sono sostenuti dagli iraniani e indirettamente
dalla logica geopolitica della Russia. Abbiamo a che fare ora con la
creazione di una linea strategica molto importante, l’alleanza
russo-sciita. Dobbiamo capire la natura di questa alleanza nella
geopolitica dell’Islam, poiché l’Islam di oggi esprime due poli che si
confrontano, ma il polo sunnita è molto più differenziato e diviso
all’interno. Gli sciiti sono una minoranza e i sunniti sono la
maggioranza. Ma gli sciiti sono omogenei, più o meno, in Iraq, in Libano
con Hezbollah, in Siria, anche in Bahrayn e con gli huthi nello Yemen.
Questa è una sorta di zona non infetta culturalmente a livello di
coscienza. E il mondo sunnita è completamente lacerato dalle
contraddizioni tra Qatar e Arabia Saudita, tra Arabia Saudita ed Egitto,
tra le diverse frazioni negli Stati sunniti, come dalle differenze tra
Stati del Maghreb e Stati del Medio Oriente. Quindi questa è una
complessa visione geopolitica, ma è interessante che ora l’alleanza
russo-sciita sia una strategia continentale e tellurocratica. Ora la
vediamo attivarsi, e lo Yemen è una parte molto importante del gioco
geopolitico in Medio Oriente.
Ora la Russia agisce apertamente. La Russia esitava prima, pensando se
promuovere un orientamento sempre più filo-sciita. Ma ora, con la
situazione in Siria, la Russia è pienamente impegnata nell’alleanza
russo-sciita. Così se era piuttosto difficile, alcuni mesi fa, che la
Russia intervenisse direttamente in Siria, ora ne vediamo l’aperto
impegno militare, strategico, politico, informativo ed economico. Così
l’ultimo incontro di Assad con Putin è un chiaro segno del pieno
impegno. E la causa degli huthi yemeniti è parte di questo fronte
sciita, esattamente ciò che i russi sostengono direttamente, apertamente
e pienamente in Siria. Quindi è molto probabile che l’aiuto militare
russo si rafforzi e raggiunga anche huthi e iracheni. Perché il governo
iracheno ha già chiesto all’esercito russo aiuto. Così ora Mosca è così
profondamente impegnata nella regione, direttamente e senza alcuna
copertura, che la Russia può partecipare liberamente e apertamente alla
lotta contro le forze filo-saudite e filo-statunitensi nello Yemen, ma
tutto dipende da ciò che detta la logica geopolitica. E se i tempi sono
calcolati correttamente, il coinvolgimento diretto russo nella crisi
dello Yemen non va escluso. Una domanda interessante rimane sul
possibile cambio di orientamento geopolitico saudita. Quando abbiamo a
che fare con il Rimland non possiamo mai dirlo, ance se tutti i segni,
tutta la storia dell’Arabia Saudita dimostrano che geopoliticamente
questo Paese e questo regime sono fil-inglesi, filo-anglosassoni e
filo-statunitensi. Sempre. Non è lo stesso per l’Iran. L’Iran fu in
parte filo-statunitense, in parte anti-statunitense, in parte
filo-inglese; l’Iran nella storia moderna ha avuto un lungo periodo di
orientamento filo-inglese. Ma comunque ci furono molti più segnali del
possibile orientamento opposto nell’orientamento geopolitico dell’Iran.
Nel caso dell’Arabia Saudita non c’è alcun segno di un orientamento
anti-inglese, perché tale Paese fu inserito nella geopolitica
anglosassone in Medio Oriente. Ma dobbiamo ricordare che nello spazio
del Rimland un qualsiasi cambio è possibile. Non è fatale. Se per
esempio per i Paesi del Sea Power, con una sorta di legge di ferro del Mare, deviano dalla rotta cercando di cambiare orientamento, significherà la fine del Sea Power. Lo stesso per il Land Power.
La Russia è stata, è e sarà una forza continentale. La Russia non ha
scelta. E il mondo anglosassone non ha scelta. Ci sono la Tellurocrazia e
la Talassocrazia. Tutto il Rimland dall’Europa fino alla Cina può
scegliere la propria identità. Teoricamente non possiamo escludere un
cambio dell’orientamento dell’Arabia saudita, ma piuttosto con la
dinastia saudita presente e la sua politica, con il patrimonio
storico-politico, politico e geopolitico, religioso e ideologico, ciò è
piuttosto improbabile. Ma se per esempio si propone e s’immagina un
cambio di regime, in questo caso si potrà sperare anche nel cambio
dell’orientamento geopolitico. Poiché è sempre possibile, poco, ma
possibile.
https://aurorasito.wordpress.com/2015/11/26/guerra-nello-yemen-e-nascita-dellalleanza-russo-sciita/
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