Hossein, l'Islam e l'Italia: "Io, musulmano e iscritto alla Lega Nord"

"Sarebbe interessante sapere cosa ne pensi un musulmano", afferma Lorenzo Vitelli, giornalista e autore, intervenuto a Geopolitica del Caos con Daniele Frisio, evento promosso nell'ambito di Noi disegniamo l'Italia, campo nazionale di Mille Patrie ad Assisi con Vincenzo Sofo (Lega Nord Lombardia). Una battuta, forse, ma che trova subito risposta: "Se vuole posso dirle io, cosa pensi dell'Isis. Sono musulmano, sciita; mia madre è perugina, papà iraniano. E sono iscritto alla Lega Nord".
 
Fremiti nella sala... il pubblico sorride, poi applaude. Immaginiamo, il giovane, ospite di Del Debbio, seduto accanto a Marcato, mentre risponde per le rime a Saif Abouabid... Un pensiero fugace e divertente, accompagnato da un altro applauso che scalda l'arrivo di Hossein Zakipour al tavolo dei relatori. Di Perugia, ha ventotto anni, una laurea in giurisprudenza e un ruolo nella Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale.
 
 
Un musulmano iscritto alla Lega... perché? 
"Merito di Alessandro Tassi (referente della LN per Perugia, ndr) che, un anno fa, mi contattò parlandomi di un progetto culturale da elaborare in seno alla Lega di Salvini. Poi, lo scorso maggio Alessandro si è candidato alle Regionali; l'ho appoggiato. Ed ora eccomi qua". 
Ok, merito di Tassi. Ma ci dica: cosa le è piaciuto della LN? 
"Non ho mai militato in partiti prima d'ora; tuttavia, ho una formazione di destra e, anche all'Università, ho frequentato associazioni di quel segno. Penso che, oggi, Salvini possa colmare quel vuoto che proprio a destra si è formato, anche perché la LN è molto cambiata negli anni, abbandonando il secessionismo a beneficio di un condivisibile progetto nazionale". 
Cosa intendeva con "gli sciiti conoscono l'Isis da secoli"? 
"Da appassionato studioso di religioni, ho voluto condividere con il pubblico un'analisi che reputo corretta. L'Isis, per la sua linea di indottrinamento, ricorre alle teorie di Ibn Taymiyya, teologo del XIII Secolo, venerato anche dall'ambiente sunnita...". 
Ci spieghi... 
"Il teologo fornisce un'interpretazione violenta dell'Islam: ad esempio, lo sterminio dei cristiani e degli sciiti. Ecco, il Califfato si richiama a questi insegnamenti per inquadrare i suoi adepti". 
Venerato anche dai sunniti, perché? 
"Il motivo, spesso, risiede in una scarsa preparazione degli imam che riconoscono Taymiyya come un grande teologo ma, nel contempo, non hanno una conoscenza chiara del suo pensiero e delle sue sfaccettature". 
Durante l'intervento, ha accennato ad elementi in comune fra cristiani e sciiti. Quali? 
"Ne citerò alcuni: l'esistenza di una gerarchia 'ecclesiastica'. Nel mondo sciita c'è una formazione del clero che, a sua volta, è diviso in gradi, vedi gli ayatollah e i grandi ayatollah... Per noi, come per i cattolici c'è, dunque, un intermediario fra Dio e l'Uomo. Poi, l'essere minoranza, spesso perseguitata: i cristiani iracheni non hanno mancato, in momenti di pericolo, a nascondersi nella moschea sciita di Najaf". 
Avrà seguito, in televisione, lo scontro fra esponenti leghisti ed esponenti islamici, in seguito agli attentati di Parigi. Che idea si è fatto della situazione? 
"Azioni disumane, ma non c'è stata una reazione intelligente e per intelligente intendo un piano volto a capire come affrontare la situazione. E', infatti, necessario trovare un'intesa con le comunità musulmane al fine di sapere chi va in moschea, evitando così di incappare negli imam autoproclamati".
Si spieghi...


"I sunniti (90% del mondo islamico, ndr) mancano di una guida e sono un universo molto diviso; neanche danno un'interpretazione univoca del Corano. Mancano, come accennato sopra, di un loro clero, formato ed educato all'insegnamento della religione. E questo è un problema perché ciascun imam fornisce una spiegazione del Testo sacro, magari diversa da un altro. Capirà che così facendo è difficile avere un 'controllo' su ciò che viene predicato, dove e come...".
di Marco Petrelli
@marco_petrelli
 

Commenti