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- MIGRAZIONIdi Claudio MuttiIl termine migrazione indica uno spostamento di uomini o di animali da una sedead un'altra; esistono perciò migrazioni di popoli e di persone singole, così comemigrazioni di gru o di anguille. Considerato in relazione agli esseri umani (individui ecollettività), il fenomeno migratorio si rivela alquanto complesso, sicché comportadiverse definizioni e classificazioni.Secondo l'ONU sono da ritenersi spostamenti migratori i cambiamenti diresidenza aventi una durata superiore ad un anno, per cui restano esclusi fenomeni quali"il pendolarismo, il frontalierato, la transumanza, l'alpeggio, il nomadismo e quelleforme di spostamenti ciclici legati al bracciantato agricolo stagionale, alla vendita dimanufatti prodotti direttamente, alla prestazione d'opera o di servizi stagionali"1.Considerata in base alla sua durata, una migrazione può essere permanente otemporanea, anche se una distinzione di questo genere non è sempre facile: untrasferimento che secondo il progetto iniziale doveva essere temporaneo può diventaredefinitivo, mentre un trasferimento progettato come definitivo può risolversi, per causeimpreviste, in uno spostamento temporaneo.Per quanto riguarda l'ampiezza, le migrazioni possono essere classificate comeintraregionali ed extraregionali, intranazionali ed extranazionali, intracontinentali edextracontinentali.Rispetto al numero degl'individui migranti, si distinguono migrazioni perinfiltrazione e migrazioni di massa. Nel primo caso, "il movimento migratorio si svolgemediante il trasferimento di singoli individui o, al massimo, di piccoli nuclei familiari"2.Alla categoria delle migrazioni di massa (spostamenti di popoli interi o comunque digrandi gruppi umani) appartengono invece le conquiste, le colonizzazioni, le invasioni."Invasioni barbariche", ad esempio, è la locuzione preferita dagli storici italiani efrancesi per indicare quel vasto fenomeno di spostamenti a catena che a partire dai secc.IV e V d.C. interessò popolazioni eterogenee del continente eurasiatico, per concludersicol loro insediamento su territori che in molti casi erano già appartenuti all'Imperoromano e che comunque erano diversi da quelli di cui tali popolazioni erano originarie.
- Come è noto, questo fenomeno migratorio è stato invece definito dalla cultura tedescacol termine più neutro ed anodino di "migrazioni di popoli" (Völkerwanderungen).In relazione alla volontà degl'individui che migrano, vi sono migrazioni definibilicome volontarie (allorché si sceglie liberamente di trasferirsi altrove allo scopo dimigliorare la propria condizione economica) ed altre qualificabili come coatte (in quantodeterminate da costrizioni politiche o persecuzioni oppure da eventi bellici o catastrofinaturali).I cosiddetti fattori di spinta migratoria, ossia quelli che inducono ad emigrare,sono dunque diversi. Un potente fattore di spinta è quello economico, quando nel paesed'origine le opportunità di lavoro sono scarse ed il tenore di vita è inferiore rispetto allearee scelte come destinazione. Vi sono poi fattori di spinta migratoria definibili comepolitici: guerre, conflitti etnici, persecuzioni ecc.Tra i fattori che agevolano il movimento migratorio, quelli sociali consistononell'esistenza di una rete capace di assicurare un certo sostegno ai migranti appenaarrivati nel paese di destinazione. Tale rete di relazioni sociali può coincidere con unacomunità di connazionali che, già insediata nel paese prescelto, consente ad amici eparenti rimasti in patria di emigrare a loro volta, offrendo informazioni, risorse per iltrasferimento e infine assistenza nella ricerca di una sistemazione. Si tratta di unprocesso a catena: "Se esiste una 'legge' in materia di migrazioni, è che un flussomigratorio, una volta avviato, si alimenta da solo"3. Ma la rete di relazioni sociali asostegno dei migranti può anche essere costituita da organizzazioni non governative o daenti assistenziali, sia laici sia ecclesiastici, che coinvolgono le amministrazioni e lapolitica.A livello infrastrutturale, un fattore agevolante è rappresentato dalla disponibilitàdei trasporti, legali e illegali, eventualmente affiancati dalle iniziative "umanitarie"organizzate dai governi.Infine, "risultato delle condizioni facilitatrici sociali e infrastrutturali,l'immigrazione è stimolata dal numero crescente di imprese clandestine che organizzanol'immigrazione illegale"4.Ai fattori di spinta migratoria si collegano le strategie specificamente concepite alfine di creare o manipolare un movimento migratorio di massa. In tal caso si ha a chefare con quelle che Kelly M. Greenhill (già assistente del senatore John Kerry e giàconsulente del Pentagono, presidentessa del gruppo di lavoro pubblico su conflitto,sicurezza e politica presso la Harvard Kennedy School of Government del BelferCenter) chiama "migrazioni progettate coatte" (coercive engineered migrations), vale adire "movimenti di popolazione transfrontalieri che vengono deliberatamente creati o
- manipolati al fine di strappare concessioni politiche, militari e/o economiche ad uno opiù Stati presi di mira"5. La Greenhill individua tre distinte categorie di migrazionistrategicamente progettate: quelle espropriatrici, quelle esportatrici e quellemilitarizzate. "Le migrazioni progettate espropriatrici sono quelle in cui il principaleobiettivo è l’appropriazione del territorio o della proprietà di un altro gruppo o gruppi,oppure l’eliminazione di tale gruppo o di tali gruppi in quanto minacciano il dominioetnopolitico o economico di coloro che progettano la migrazione (o le migrazioni);rientra in questo caso ciò che è comunemente noto come pulizia etnica. Migrazioniprogettate esportatrici sono le migrazioni progettate per rafforzare una posizionepolitica interna (espellendo dissidenti politici ed altri avversari interni) oppure persconfiggere o destabilizzare uno o più governi stranieri. Infine, migrazioni progettatemilitarizzate sono quelle effettuate, di solito durante un conflitto armato, per acquisirevantaggio militare contro un avversario – attraverso la spaccatura o la distruzione delsuo centro di comando, della sua logistica o delle sue capacità di movimento – oppureper rafforzare la propria struttura attraverso l’acquisizione di personale o risorseaggiuntive”6.Parlando dell'immigrazione clandestina di massa che ha sconvolto l'Europa nel2015, il presidente ceco Miloš Zeman ha inquadrato il fenomeno nello schema delineatodall'ex assistente di Kerry.“La cosiddetta crisi migratoria - ha detto Zeman nel corso di una visita ufficiale aPardubice - è un’invasione organizzata, il cui scopo è quello di abbattere le strutturesociali, culturali, economiche e politiche europee. È un’invasione ben organizzata. Non èspontanea. Ci sarà un momento in cui l’esercito ceco dovrà agire per difendere i confinidella Repubblica Ceca”.Insomma, come ebbe a dire un'altra docente universitaria statunitensel'11dicembre 2000, commentando la guerra in Cossovo, “È cambiata la natura stessadella guerra; adesso i rifugiati sono la guerra” (“The nature of war itself has changed;now the refugees are the war”).Le "migrazioni progettate coatte" (coercive engineered migrations) siconfigurano perciò come un'arma non convenzionale che, al pari di altre armi altrettantonon convenzionali (terrorismo, manipolazione dei media, pirateria informatica, turbativedei mercati azionari ecc.), viene usata per combattere quella che due celebri polemologicinesi hanno chiamata "guerra senza limiti". È interessante e significativo il fatto che idue polemologi accostino George Soros a Bin Laden7: il famigerato "filantropo" è statocitato dal primo ministro ungherese Viktor Orbán, in un'intervista rilasciata a RadioKossuth, in relazione all'invio in Europa di sedicenti profughi provenienti dall'Africa e
- dal Vicino Oriente. "Il suo nome - ha detto Orbán - rappresenta forse il caso più noto dicoloro che sostengono tutto ciò che sovverte il tradizionale stile di vita europeo", mentregli attivisti delle sue organizzazioni, fornendo assistenza legale e pratica agl'immigraticlandestini, "diventano inavvertitamente parte della rete internazionale di contrabbandodi esseri umani".In seguito agli attacchi terroristici di Parigi attribuiti al Daesh (il sedicente "StatoIslamico"), è stata nuovamente presa in considerazione l'ipotesi di un rapporto tramovimenti migratori e terrorismo. In realtà, molti migranti hanno abbandonato la loroterra proprio per sottrarsi alla ferocia del Daesh o, comunque, alle condizionicatastrofiche create in Africa e nel Vicino Oriente dalle aggressioni occidentali. Tuttavia,data la mancanza di efficaci controlli alle frontiere dell'Unione Europea, non si può certoescludere che i flussi migratori, controllati da gruppi criminali, abbiano recato con séanche elementi affiliati ad organizzazioni terroristiche o da queste facilmente reclutabili."Da tempo - ha dichiarato un funzionario dei servizi d'informazione - sappiamo che iltraffico di esseri umani sta attirando l'attenzione di milizie estremiste e formazioniterroristiche, incluso Islamic State. Sia come possibile metodo di veicolamento versol'Europa di elementi ostili a loro affiliati, sia in quanto canale di finanziamento"8. In ognicaso, una massa di immigrati destinata a condizioni di vita precarie, all’emarginazioneed alla frustrazione non può non costituire un bacino ideale per l’azione di proselitismodei gruppi terroristi.1. E. Squarcina, Glossario di geografia politica e geopolitica, Società Editrice Barbarossa, Milano1997, p. 96.2. E. Dell'Agnese, Le dinamiche demografiche, in: G. Corna Pellegrini - E. Dell'Agnese - E. Bianchi,Popolazione, società e territorio, Unicopli, Milano 1991, p. 144.3. M. Weiner, Global Migration Crisis, Harper Collins, New York 1995, p. 21.4. I.S.M. U., Primo rapporto sulle migrazioni 1995, Franco Angeli, Milano 1995, p. 64.5. "cross-border population movements that are deliberately created or manipulated in order to inducepolitical, military and/or economic concessions from a target state or states" (K. M. Greenhill, Weaponsof Mass Migration. Forced Displacement, Coercion, and Foreign Policy, Cornell University Press,Ithaca and London 2010, p. 13).6. "Dispossessive engineered migrations are those in which the principal objective is the appropriationof the territory or property of another group or groups, or the elimination of said group(s) as a threat tothe ethnopolitical or economic dominance of those engineering the (out-)migration; this includes whatis commonly known as ethnic cleansing. Exportive engineered migrations are those migrations
- engineered either to fortify a domestic political position (by expelling political dissidents and otherdomestic adversaries) or to discomfit or destabilize foreign government(s). Finally, militarizedengineered migrations are those conducted, usually during armed conflict, to gain military advantageagainst an adversary - via the disruption or destruction of an opponent's command and control,logistics, or movement capabilities - or to enhance one's own force structure, via the acquisition ofadditional personnel or resources" (K. M. Greenhill, Weapons of Mass Migration, cit., p. 14).7. Qiao Liang - Wang Xiangsui, Guerra senza limiti. L'arte della guerra asimmetrica fra terrorismo eglobalizzazione, Libreria Editrice Goriziana, Gorizia 2001, pp. 101 e 118.8. C. Gatti, Migranti, un affare da 3 miliardi che finanzia anche il terrorismo, "Il Sole 24 Ore", 22novembre 2015, p. 4.
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