Il dibattito nell’Islam: meglio la poligamia dell’utero in affitto


Ma nonostante il divieto degli uomini di fede, la pratica (e il business) della maternità surrogata arriva anche in Egitto
AP

04/03/2016
Avere un figlio con la maternità surrogata? La discussione non infuoca solo il nostro Paese, ma ha dimostrato, e lo dimostra tutt’oggi, di essere un rompicapo anche nelle società musulmane divise tra chi vede in questo progresso scientifico un’opportunità straordinaria e chi - con in mano il potere religioso - una regressione contro il volere di Allah. 

Una questione complessa ma soprattutto un’opportunità per molti musulmani pronti a sfruttarla. Tuttavia una domanda tra i credenti è sempre più insistente: l’utero in affitto, in arabo Taajir Al Arham, è halal, lecito, o haram, illecito? E l’accendersi del dibattito su una vicenda di grande attualità ha svegliato dal torpore anche gli uomini di fede. 

Su Youtube, infatti, si alternano i video di dotti musulmani intenti a convincere i fedeli che Taajir al Arham non è lecito secondo la dottrina islamica. Ma per arrivare al consenso finale che ha portato alla Fatwa emessa da vari organi di Fiqh, come quello dall’Accademia del Fiqh e la scienza islamica, non è stata certamente impresa facile.  

Basti pensare che in Egitto, all’università Al Azhar del Cairo, scoppiò una vera crisi quando il Decano della facoltà di teologia, Abdalmaaty Bayoumi aveva lanciato una Fatwa in contrasto con i suoi colleghi di Al Azhar. Secondo Bayoumi, infatti, “l’utero in affitto è islamicamente lecito, come è lecito l’ allattamento di un bimbo non proprio. Importante è accertarsi che nell’utero non vi siano altri ovuli se non quelli della madre e del padre che hanno fatto richiesta di gravidanza surrogata. Questo per evitare problemi di paternità in un secondo momento”. 

Una posizione che a Bayoumi è costata molte critiche e sdegno di altri Ulema, perché la maggioranza, attraverso lo strumento giuridico, Ijmaa, ha ormai deciso: la maternità surrogata è haram. Il noto predicatore islamico Sheilh Mohammed Al Rawi, membro anche dell’Accademia di ricerca islamica aveva detto chiaramente: se l’Occidente accetta la maternità surrogata i musulmani non sono obbligati ad accettarla in quanto, di per se, l’Islam predispone già di numerose soluzioni al problema dell’impossibilità del concepimento, un esempio su tutti, la poligamia.  

Chiusa la questione dunque? Assolutamente no. Nonostante la predicazione islamica lo proibisca, molte coppie hanno deciso di non farsi scappare questa opportunità senza badare al divieto degli Ulema. Basta leggere la cronaca sui media musulmani, dal Marocco all’Iran, dove sono illustrati numerosi casi di famiglie e donne che si prestano all’operazione. Ne è esempio l’ultimo titolo di un quotidiano digitale arabo: “Nonostante il divieto degli uomini di fede, la medicina e la legge, il business dell’utero in affitto arriva anche in Egitto”. 

In sintesi, gli uomini di fede, che siano cattolici o musulmani, storceranno pure il naso su quella che reputano più una devianza che un’opportunità, ma rimane il fatto che chi si trova nella condizione di poter sfruttare l’ultima chance che gli rimane per avere un figlio, farà spallucce. E non ci sarà fede che tenga. 


https://www.lastampa.it/2016/03/04/cultura/il-dibattito-nellislam-meglio-la-poligamia-dellutero-in-affitto-XXvTJRr3shBFFyxLDgqT0N/pagina.html

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