Il testamento di un "Difensore del Mausoleo"

Col nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso 

"Da Dio proveniamoe a Lui facciamo ritorno"

L'amore per Dio e per la famiglia del profeta dell'Islam - è noto a tutti - è la base dell'insegnamento sciita. In questi terribili anni di guerra e devastazione, di conflitti terribili nel mondo islamico, dove intere popolazioni si stanno combattendo in modo cruento, un aspetto poco conosciuto dal pubblico italiano è quello dei cosiddetti "Difensori del Mausoleo", ovvero delle brigate di volontari sciiti che nei pressi di Damasco, nella zona del Mausoleo di Sayyeda Zainab, nobile sorella dell'Imam Hussain, hanno il compito di impedire l'avanzata dei terroristi in tale sobborgo della capitale siriana. Questi volontari provengono da diversi paesi, ma molti di essi sono iraniani, persone normali, con una vita normale. Tali combattenti decidono a un certo punto della loro nobile esistenza di abbandonare la mediocrità della vita di tutti i giorni, per rispondere "presente!" alla chiamata della loro guida, Sayyeda Zainab, pace su di lei, affinché gli sciiti di oggi non siano più come gli sciiti di ieri a Kufa. 

Di seguito una parte del testamento di un martire (reso pubblico su molti siti persiani), membro della brigata dei "Difensori del Mausoleo", l'iraniano Ali-Asghar Shirdel:


"Dopo aver portato i miei saluti all'Imam Mahdi (che Dio ne acceleri la manifestazione) vorrei ricordare alcune questioni alla mia famiglia. In particolare vorrei menzionare l'importanza della fase storica in cui viviamo, e l'altrettanta importanza per noi sciiti delle terre che purtroppo sono oggi devastate dalla guerra. Il nostro timore è che queste terre sacre e questi sacri edifici possano essere violati dai nemici dell'Islam. Per questo ho deciso di adempiere al mio piccolo dovere religioso, ovvero quello di mobilitarmi per difendere tali sacralità, per evitare di dover essere biasimato nell'Aldilà per aver, Dio non voglia, abbandonato la famiglia del profeta dell'Islam, e per poter scandire anch'io lo slogan rivolto a Sayyeda Zainab "siamo tutti i tuoi Abbas" (cioè siamo tutti i tuoi difensori, ndt). Mi rivolgo alla mia famiglia: carissimi, in ogni circostanza della vita siate pazienti, nominate il nome di Dio, ricordateLo,   in questo modo Dio stesso tranquillizzerà i vostri cuori. Nei momenti difficili non dimenticatevi di tale questione: per quanto le vostre sofferenze possano essere grandi, sono nulla in confronto alla tragedia di Ashura. Il vostro esempio sia Zainab, vi è interdetto di disperarvi e di piangere oltre una misura ragionevole, in quanto la vostra tristezza e la vostra disperazione causerebbe la gioia dei nemici dell'Islam. Caro Amir-Ali, figlio mio, in base alle disposizioni della Guida (Rahbar, ovvero l'Ayatollah Khamenei, ndt), ti consiglio di fare tre cose: studiare, rafforzare la fede e fare esercizio fisico. Non dimenticarti in alcun modo delle questioni obbligatorie della fede, e cerca nel limite delle tue forze di adempiere alle questioni secondarie della religione, ovvero le cose meritorie. Rimani fedele all'Imam Hussain e non scordarti mai del fatto che l'Imam Mahdi è vivo e vigila sul tuo operato, egli ti vede in ogni momento. Tutto quello che fai dedicalo all'Imam Mahdi, e non scordarti mai che la tua fede viene misurata realmente solo nel momento in cui entri nei vari campi di battaglia della vita..."

افسران - فرازی از وصیت نامه شهید شیردل

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