Se la Casa Bianca censura Hollande



Qualche giorno fa, esattamente il 31 marzo, a Washington hanno avuto modo di incontrarsi il Presidente francese Hollande e quello americano Obama; fin qui nulla di strano, se non fosse per il fatto, abbastanza inconsueto per il modo di operare delle diplomazie internazionali, soprattutto a questi livelli e tra alleati, che il sito della Casa Bianca ha voluto clamorosamente censurare nella traduzione dal francese all'inglese alcune parole di Hollande. In particolare il leader transalpino, discutendo con Obama del problema del terrorismo internazionale, ha affermato che: 

"We are also making sure that between Europe and the United States there can be a very high level coordination. But we’re also well aware that the roots of terrorism, Islamist terrorism, is in Syria and in Iraq. We therefore have to act both in Syria and in Iraq, and this is what we’re doing within the framework of the coalition. And we note that Daesh is losing ground thanks to the strikes we’ve been able to launch with the coalition."

Mentre nella versione ufficiale della Casa Bianca sparisce la seguente parte:

“Islamist terrorism, is in Syria and in Iraq. We therefore have to act both in Syria and in Iraq, and this is what we’re doing within the framework of the coalition”.

Viene meno cioè la parte in cui Hollande auspica un intervento coordinato con la comunità internazionale contro i terroristi sia in Iraq, che in Siria. 

Tralasciando le ovvie e pesantissime responsabilità della Francia nel fomentare la sovversione armata in Siria contro il governo legittimo del Presidente Assad, c'è da chiedersi il perché di questa censura. 

La Casa Bianca si è giustificata parlando di problemi tecnici durante le riprese video e audio del discorso di Hollande, e dopo le critiche, il tutto è stato corretto. Ma se nessuno se ne accorgeva, alla Casa Bianca avrebbero fatto finta di niente, cioè avrebbero sorvolato sulla necessità di sradicare il terrorismo alla fonte, in Siria e Iraq, di fatto coordinandosi con la comunità internazionale (quindi anche con la Russia), finendo così a fare il gioco di Assad, eliminando un po' di suoi oppositori. 

Gli USA infatti non sembrano intenzionati a fare marcia indietro rispetto al sostegno verso i gruppi più o meno radicali (quelli meno radicali sarebbero miliziani di Al Qaida (sic!) da usare contro quelli dell'ISIS) presenti in Siria, anche perché, diciamocelo chiaramente, chi rischia di subire gli attentati sul proprio terreno, come dimostrano i recenti e vili attacchi di Parigi e Bruxelles, non sono gli americani, ma gli europei, troppo succubi rispetto alle politiche di Washington per esprimere apertamente tale posizione: l'Europa ha la responsabilità di aver sostenuto la sovversione armata in Siria, ma se per qualsiasi motivo, dovesse cambiare registro, si troverebbe dinnanzi al muro invalicabile dei diktat di Washington, con buona pace dei cittadini europei e della loro sicurezza. 

Vedi: https://www.aei.org/publication/white-house-blames-omission-of-islamist-terrorism-from-hollande-remarks-on-a-technical-issue-please/ 

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