I musulmani sono uniti. Si, solo contro l’Iran







Ali Reza Jalali

Chi ha detto che i musulmani sono disuniti e che i fattori di divergenza superano quelli di convergenza? I musulmani hanno una cosa in comune molto importante: il Corano? Maometto? No, l’avversione nei confronti dell’Iran. Infatti, ogni volta che c’è da fare un fronte unico dei musulmani contro qualcuno o qualcosa, basta tirare in ballo l’Iran e l’unità islamica è servita. Ormai paesi come USA e Israele sono fuori moda, il vero nemico dell’Islam è l’Iran. 

Quando tra gli anni ’60 e ’70 gli inglesi decisero di ritirarsi dal Golfo Persico, i vecchi colonialisti decisero di spartire le isole di questo tormentato mare tra iraniani e arabi. Le isole più vicine alla costa iraniana furono formalmente riconosciute come isole iraniane, mentre le isole più a sud andarono agli arabi. L’approssimativa spartizione di queste isole suscitò molte polemiche e alla fine fu trovato il seguente accordo tra Teheran e Londra: l’Iran avrebbe riconosciuto il Bahrein, vecchio possedimento persiano, come stato autonomo dopo un referendum svoltosi nell’isola sotto l’avvallo ONU, d’altro canto alcune isole più a sud di quello che era stato previsto in precedenza sarebbero toccate agli iraniani e non ai neonati emirati e sultanati arabofoni. 


Apriti cielo. Gli arabi, dalle petromonarchie all’Egitto nazionalista, si opposero a tutto ciò dichiarando le isole di Abu Musa, Tombe Bozorg e Tombe Kuchik come territori indivisibili della nazione araba. Si creò allora un fronte unito anti-iraniano, fronte che metteva insieme paesi anche tra loro ostili, come l’Arabia Saudita da un lato e le repubbliche progressiste dall’altro. Tutti uniti nel rivendicare il fardello dell’uomo arabo e la sua terra contro gli occupanti zoroastriani adoratori del fuoco. 

Dopo la rivoluzione del 1979 e la fine del regime dello Shah le cose non cambiarono. Nel 1980 Saddam, sostenuto nuovamente da un ampio fronte pan-arabo che andava dal Sudan al Marocco, dall’Egitto all’Arabia Saudita, attaccava i confini occidentali iraniani in nome del nazionalismo arabo per impossessarsi del Khuzestan, regione di frontiera in cui vivono degli iraniani di lingua araba. Anche in quella occasione l’odio anti-iraniano prevalse su ogni divisione ideologica e geografica della nazione araba: l’importante era combattere il nemico comune, l’unico che potesse compattare i paesi della regione. 

Peccato che, come spesso accade in questi casi, una volta che viene a mancare l’enfasi contro il nemico comune, gli ex alleati, accumunati da nulla, se non dal razzismo anti-iraniano, iniziano ad ammazzarsi tra loro. Una volta fallito il tentativo di occupare l’Iran, Saddam si vendicò contro i suoi amici della penisola araba, invadendo il Kuwait. Senza l’intervento di Washington Saddam avrebbe fagocitato in pochi mesi tutta la penisola araba, altro che fratellanza araba. 



Altro esempio di crociata arabo-islamica contro l’Iran: la guerra in Siria. Il vero problema di Assad secondo il sultano Erdogan e i suoi alleati di Riadh, Doha e Amman, è la vicinanza del governo di Damasco a Teheran. Tutto il resto, come la democrazia (i sauditi che parlano di democrazia, come Rosy Bindi che parla di uomini), sono giustificazioni per promuovere mediaticamente un fronte contro Assad. Notare bene che il problema della mancanza di democrazia in Siria viene messo in luce quando si ha a che fare col pubblico occidentale, mentre tra i musulmani la propaganda che ha più impatto è quella riguardante la religione di Assad, alawita, ramo dello sciismo, religione professata in Iran, accusata di eresia, oppure la presenza in Siria delle milizie filo-iraniane. Insomma, nuovamente il fattore che accomuna parrocchie diverse del mondo arabo e islamico è l’odio per l’Iran, o per gli amici dell’Iran. 


Di recente poi la rottura tra Qatar e sauditi sembrava aver smorzato il fronte regionale musulmano anti-Iran (Turchia più paesi arabi), ma ecco che la diplomazia di Ankara si mette in moto per tranquillizzare tutti e ricompattare la crociata anti-iraniana. 

Ieri il ministro degli esteri turco si era recato nella penisola araba, per cercare di fare da pacere tra Doha e Riadh e, udite udite, che argomento usa per cercare di ricompattare i paesi arabi? Il sito di Al Jazeera riporta quanto segue: “In response to an accusation that Qatar stands by Iran, Cavusoglu said these allegations were untrue, adding that no country in the region opposed Iran's practices as firmly as Qatar, Turkey and Saudi Arabia.” 

Insomma, i turchi per dimostrare ai sauditi come siano buoni i catariori, cercano di tranquillizzare l’ambiente dicendo “non vi preoccupate, anche il Qatar, insieme a noi e a voi, è nemico dell’Iran”. Insomma, ancora una volta gli iraniani si dimostrano molto utili per la pace e la fratellanza nel mondo islamico: basta tirarli in ballo e subito gli arabi e i musulmani si coalizzano tra loro contro i vecchi safavidi nemici della razza semita. 

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