Israele vs. Iran: punto e a capo

 Con la vittoria conseguita in Siria, Israele, inebriato dal successo ottenuto, proverà a forzare la mano, soprattutto grazie alla salita al potere di Trump dalla fine di gennaio. 

Congelato il conflitto con Hezbollah, principale spina nel fianco per Netanyahu negli ultimi tempi, ora Sion potrà concentrarsi sulla "testa della piovra" come la chiamano loro, ovvero la Repubblica Islamica dell'Iran. 

Quello che viene tirato in ballo è un attacco militare contro il programma atomico di Tehran. Ovviamente con il sostegno attivo di Washington. 

Trump in una recente intervista non ha negato e nemmeno confermato l'intenzione di colpire L'Iran. 

A una precisa domanda circa la possibilità di un conflitto con gli iraniani egli ha risposto dicendo che tutto è possibile. Gli israeliani dal canto loro inciteranno Trump a sostenere un ampio raid contro L'Iran (In paragone quello di fine ottobre potrebbe essere una barzelletta). 

Tel Aviv chiederà esplicitamente il permesso di colpire i siti atomici, affermando probabilmente che il momento giusto è quello attuale vista la situazione di debolezza degli iraniani. Dal punto di vista sionista la debolezza degli iraniani è comprensibile da due cose; 1. L'incapacità di intervenire a favore di Assad. 2. Il non aver risposto al raid israeliano di fine ottobre ( forse per paura di una nuova e più incisiva rappresaglia israeliana). 

Se gli iraniani vogliono evitare l'avverarsi di uno scenario del genere dal canto loro devono far capire a sionisti e americani che un tale raid contro gli impianti nucleari avrà gravi conseguenze. Altrimenti è difficile pensare che la macchina da guerra sionista possa fermarsi. Soprattutto ora che è tornato al potere l'assassino di Qassem Soleimani, la cui mancanza si fa sentire sempre di più a Tehran. 

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